La prime notizie sulla gomma risalgono al 1500: alcuni spagnoli di ritorno dal Nuovo Mondo riferiscono che i nativi ricavavano il caucciù da una pianta che cresceva nelle foreste pluviali. Poiché era difficile da lavorare ed era molto sensibile alle variazioni di temperatura, il caucciù  non venne subito impiegato nella produzione in Europa.

Lo sfruttamento su larga scala della gomma naturale cominciò nel 1800, quando venne utilizzata soprattutto per rendere impermeabili i tessuti. Verso la metà del XIX secolo furono scoperti due procedimenti: la masticazione (la lacerazione di blocchi di gomma grezza per mezzo di organi dotati di punte, per rendere il prodotto più facilmente lavorabile rispetto alla gomma grezza) e la vulcanizzazione (l’immersione di fogli di gomma masticata in bagni di zolfo fuso, per conferire alla gomma una maggiore stabilità alle variazioni termiche). Queste scoperte portarono rapidamente alla nascita dell’industria della gomma, che si sviluppò nella seconda metà del XIX secolo.

Grazie agli studi compiuti nel ‘800, che portarono alla scoperta della formula empirica della gomma e della composizione della sua catena molecolare, si arrivò all’inizio del XX secolo alla realizzazione delle prime gomme sintetiche.

Queste ultime avevano un maggiore livello di purezza e una migliore lavorabilità rispetto alla gomma naturale.

Nel 1910 alcuni chimici russi avevano sintetizzato il polibutadiene, dando inizio all’industria sovietica di gomme sintetiche, una delle più importanti dell’epoca. Negli stessi anni in Germania veniva avviata alla produzione la gomma metilica, e in seguito la gomma basata sui copolimeri dello stirene e del butadiene. Con l’avvio delle prime industrie di produzione di gomme sintetiche negli Stati Uniti, il loro impiego raggiunse proporzioni mondiali.

fonte: elastotech.it

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