Come sappiamo, vi sono diversi tipi di carburante: benzina, diesel, kerosene, metanolo. Ciascuno provoca effetti diversi sugli elastomeri con cui viene a contatto.
– La benzina, che è una miscela di idrocarburi facilmente evaporabili, alifatici, naftenici e aromatici con additivi, provoca generalmente negli elastomeri dei rigonfiamenti più forti rispetto agli oli minerali. A contatto con la benzina si utilizzano solitamente elastomeri in NBR con un elevato contenuto di acrilonitrile e FPM. Nei casi in cui, oltre ad una buona compatibilità con la benzina, è richiesta una flessibilità molto buona a freddo, vengono impiegati elastomeri al fluoro-silicone MFQ. Le benzine contenenti alcool provocano in genere negli elastomeri un rigonfiamento più elevato di quelle senza alcool e l’entità del rigonfiamento dipende dal tipo dell’alcool e dalla sua concentrazione.
– I carburanti diesel sono miscele di idrocarburi alifatici, naftenici e aromatici ad alta temperatura di ebollizione. Provocano negli elastomeri un rigonfiamento volumetrico inferiore rispetto a quello provocato dalle benzine: ciò si deve ai pesi molecolari più elevati dei carburanti diesel. Gli elastomeri più comunemente utilizzati sono il NBR e il FPM, ma quest’ultimo si distingue per il suo ridotto rigonfiamento volumetrico.
– Il kerosene è costituito da petrolio al quale vengono aggiunti degli additivi anticongelanti. Il petrolio è costituito sostanzialmente da una miscela di idrocarburi, il cui punto di ebollizione è compreso tra +180° C e + 225° C. I tipi di elastomeri NBR, FPM ed MFQ resistenti alla benzina possono essere utilizzati anche per il kerosene.
-Il metanolo provoca un rigonfiamento degli elastomeri sensibilmente più forte dell’etanolo. Il rigonfiamento diventa particolarmente sensibile con concentrazioni di alcool superiori al 10 %. In applicazioni per metanolo o etanolo puro come carburante possono essere utilizzati elastomeri non polari, come EPDM.
fonte: produzionegomma.it